di Achille Nobiloni
In
Italia le pensioni pagate dall’INPS sono 16 milioni e mezzo per un totale di
270 miliardi e mezzo di euro all’anno con un importo medio mensile di 1.258
euro lordi.
Nei
talk-show e in rete si continuano a sentire e leggere le cose più strane a
proposito delle cosiddette “pensioni d’oro”. La più inverosimile e sballata è
che vi siano “30.000 pensioni d’oro da
90mila euro al mese da 34mld l’anno”; la più pacata è che “dobbiamo pagare ogni anno 13 miliardi di
euro per le pensioni d’oro”.
A
questo punto sarebbe bene e utile per tutti mettersi d’accordo su quali siano
effettivamente le “pensioni d’oro” e parlare, una volta per sempre, tutti la
stessa lingua.
Ebbene,
prendendo i dati ufficiali INPS viene fuori che le pensioni superiori a 5.290
euro lordi mensili (circa 3.500 netti) sono in totale 136.299 e assorbono 12
miliardi di euro l’anno. Di questi 12 miliardi, 11 servono però a pagare le
pensioni comprese tra i 5.290 e i 10.100 euro mensili lordi, che francamente si
fa una certa fatica a considerare “pensioni d’oro”. Certamente si tratta di
pensioni di tutto rispetto ma il loro importo è lordo e comunque commisurato,
sia pure col sistema retributivo e non contributivo, al livello degli stipendi
di tutta una vita.
Ma
anche a volerle considerare “d’oro” e volerle quindi tagliare, a che livello
andrebbero tagliate? Fino a 3.500 euro lordi al mese? E con quale criterio di
equità rispetto a tutti coloro che già sono su quel livello?
Mi
spiego meglio: se ci sono due persone che hanno lavorato entrambe per una vita
prendendo come stipendio l’una il doppio dell’altra e percepiscono oggi, una,
una pensione di 3.500 euro lordi al mese e l’altra una pensione di 6.000 euro
lordi sarebbe equo ridurre la pensione da 6.000 euro a 3.500 euro come l’altra?
In base alla considerazione che al di sopra dei 3.500 euro mensili lordi tutte
le pensioni debbano essere considerate “d’oro” e vadano quindi tutte plafonate?
Credo che un livellamento del genere sarebbe davvero difficile da giustificare
... anche se ci trovassimo a Livorno nel 1921!
Rimangono le pensioni di importo mensile lordo superiore ai 10.100 euro, per le quali si può ragionevolmente cominciare a parlare di “pensioni d’oro”, ma sono solo9.008 e assorbono poco più di un miliardo e mezzo di euro l’anno: ben altra
cosa rispetto alle “30.000 pensioni d’oro da 90mila euro al mese da 34mld l’anno” sparate su twitter.
E anche qui, a ben vedere, quelle comprese fra 10.100 e 15.390 euro lordi
mensili sono 7.654 per un totale di 1,175 miliardi di euro l’anno mentre le
pensioni superiori a 15.390 euro lordi mensili,
sono in tutto 1.354 per un totale di 367 milioni 185 mila euro l’anno.
Insomma,
l’importante è prendere le misure e mettersi d’accordo su parametri e
definizioni, anche perché in Italia ormai se si guadagna più di 100.000 euro
l’anno si è un “super-ricco”, se si possiedono tre appartamenti si è un
capitalista e una pensione di più di 3.500 euro lordi al mese è considerata
“d’oro”, il che non è certo la rappresentazione corretta di quella che aspira
ad essere una delle prime dieci economie mondiali.