venerdì 6 settembre 2013

Pensioni, pensioni d'oro, informazione e social network ...

Quand’è che le pensioni cominciano a essere “d’oro”? E’ sufficiente agire su di esse per riequilibrare la differenza fra le più basse e le più alte? Sono giustificate le affermazioni del ministro Giovannini?


di Achille Nobiloni

In Italia i pensionati sono 16 milioni e mezzo. Di questi, quasi 11 milioni 300 mila sono quelli che percepiscono una pensione media di 780 euro lordi al mese; altri 3 milioni 800 mila ne prendono 1.830 e un altro milione  e 80 mila ne prende poco meno di 2.900.
Secondo la tabella qui sotto, elaborata riaggregando differentemente i dati diffusi di recente dall’INPS e pubblicati dal Sole24Ore il 28 agosto scorso, il primo scaglione di pensioni (fino a 1.440 euro lordi al mese) copre oltre il 68% dei pensionati; il secondo (da 1.440 a 2.400 euro) ne copre il 23% e il terzo (da 2.400 a 3.850 euro) copre il 6,5%.
Insomma le pensioni fino a 3.850 euro lordi al mese coprono quasi il 98% dei pensionati italiani.
A questo punto resta da mettersi d’accordo su quali siano le cosiddette “pensioni d’oro”. In ogni caso ha ragione da vendere il ministro Giovannini quando dice che per ritoccare adeguatamente le pensioni più basse non basta agire su quelle “d’oro” ma bisognerebbe toccare anche quelle d’argento e quelle di bronzo e forse non basterebbe nemmeno. La tabella qui sotto lo dimostra. 

Le pensioni in Italia nel 2012


Scaglioni pensioni N. pensionati % su tot. Importo tot. % su tot. Pens. media  rapp. su media







fino a 1.443 11.290.991 68,2930 114.635.325.207 42,3838 781 0,62
da 1.443 a 2.405 3.813.942 23,0685 90.724.593.070 33,5434 1.830 1,45
fino a 2.405 15.104.933 91,3615 205.359.918.277 75,9272 1.046 0,83
da 2.405 a 3.848 1.081.835 6,5434 40.606.936.445 15,0135 2.887 2,29
da 3.848 a 5.291 210.085 1,2707 12.204.250.377 4,5122 4.469 3,55
fino a 5.291 16.396.853 99,1756 258.171.105.099 95,4530 1.211 0,96
da 5.291 a 10.101 127.291 0,7699 10.755.632.732 3,9767 6.500 5,17
da 10.101 a 15.392 7.654 0,0463 1.175.558.614 0,4346 11.814 9,39
da 15.392 a 20.202 814 0,0049 181.540.697 0,0671 17.156 13,63
da 20.202 a 24.050 249 0,0015 70.703.883 0,0261 21.842 17,36
oltre 24.050 291 0,0018 114.942.323 0,0425 30.384 24,14
TOTALE 16.533.152 100,0000 270.469.483.348 100,0000 1.258 1,00

(Fonte: INPS; importi in euro)


Dicendolo alla maniera di Trilussa, la pensione media italiana è di 1.258 euro lordi al mese ma poi si va dalla pensione media del primo scaglione, pari appunto a 781 euro, a quella dell’ultimo scaglione, pari a 30.384 euro lordi mensili (gli scaglioni sono sempre quelli derivanti dall’aggregazione da me adottata nella tabella per rendere più leggibili i dati INPS).
Quali sono quindi le “pensioni d’oro”? Quelle sopra i 5.300 euro lordi al mese? Si tratta di 136.000 persone per poco più di 12 miliardi l’anno su un totale di 270,5 mentre quelli che superano i 10.100 euro lordi al mese sono solo 9.000 per un miliardo e mezzo di euro l’anno, sempre sullo stesso totale di 270,5.
Certo può fare impressione sapere che alcune persone incassano un assegno mensile pari a 24 volte la media nazionale: come dire che prendono in un mese quello che il pensionato medio italiano prende in due anni, ma sono solo 291 e non è detto che abbiano tutte goduto di indebiti privilegi. Non credo debba però fare impressione che vi siano poco meno di un milione 100 mila persone che percepiscono dai 2.400 ai 3.850 euro lordi, pari a 2,3 volte la pensione media nazionale, o 210.000 persone che prendono da 3.850 ai 5.300 euro mensili lordi pari a 3,5 volte il valore medio nazionale: da un lato non sembrano certo cifre da far “navigare nell’oro” e dall’altro rappresentano situazioni oggettive di stipendi e contribuzioni diverse perpetuatesi negli anni non senza adeguate ragioni. In nessun caso poi, e qui torniamo alle affermazioni del ministro Giovannini, tali cifre sarebbero in grado di coprire un adeguato aumento delle pensioni più basse!
Purtroppo i dati forniti dall’INPS e pubblicati dal Sole24Ore non forniscono una adeguata disaggregazione delle pensioni fino a 1.440 euro, che assorbono otre 114 miliardi l’anno e coprono 11,3 milioni di pensionati, e così in questa sede non sono in grado di dire quante siano le pensioni sotto i 1.000 euro al mese e quanto al di sotto di questa soglia, per raggiungere la quale è verosimile che occorrano almeno tra i 30 e i 40 miliardi di euro l’anno (per l’esattezza 32 se si volesse far sì che tutte queste pensioni raggiungessero il valore “medio” di 1.000 euro, ma questo comporterebbe “in teoria” anche l’impiego di una quota di quelle che all’interno dello scaglione già superano questa soglia e che quindi verrebbero riallineate verso il basso il che, ovviamente, non è possibile!).
Molto evidente appare invece lo squilibrio tra le pensioni del primo scaglione e quelle del secondo. Le prime (11,3 milioni per 114 miliardi) raggiungono in media il 62% del valore della pensione media nazionale; le seconde (quelle che vanno da 1.440 a 2.400 euro) raggiungono invece il 145% della media nazionale e interessano 3,8 milioni di pensionati per oltre 90 miliardi l’anno, a ulteriore e definitiva conferma delle perplessità del ministro. Insomma non saranno certo le cosiddette “pensioni d’oro” a poter finanziare da sole l’aumento delle pensioni più basse.
Infine è utile sottolineare che in un clima di crisi e forti tensioni sociali come l’attuale, quello delle “pensioni d’oro” è un tema delicato, soggetto a pericolose reazioni emotive spesso innescate da informazioni confuse, facili a essere amplificate e ulteriormente distorte sui social netwok. E’ stato sufficiente l’altra sera un “botta e risposta” preelettorale tra Daniele Capezzone e Stefano Fassina in casa Porro su VirusRai2 perché su twitter apparissero messaggi come quelli qui sotto.


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