giovedì 7 novembre 2013

L'Italia che non trova 3 miliardi per l'IMU ma ne "gioca" 75 l'anno

di Achille Nobiloni

Strano Paese l’Italia e strano popolo gli italiani: non si riesce a trovare un miliardo di euro per non far aumentare l’Iva, non si trovano 4 miliardi per abolire l’IMU, ci si accapiglia per 12 miliardi l’anno per le pensioni considerate d’oro (cioè quelle al di sopra dei 5.300 euro lordi al mese) ma in un solo anno si spendono 75 miliardi (s-e-t-t-a-n-t-a-c-i-n-q-u-e-!!!) in giochi legalizzati.
I dati, riferiti al 2011, sono quelli riportati il 1° dicembre di quell’anno sul n. 48 di Sette, l'inserto settimanale del Corriere della Sera: nel 2011 gli italiani hanno speso quasi 75 miliardi di euro in giochi: quasi 7 nel gioco del Lotto; oltre 2 nel Superenalotto; 300 milioni nel Win for life; oltre 10 miliardi nei Gratta e vinci;  quasi 4 in giochi "a base sportiva" (immagino sia il vecchio Totocalcio); oltre un miliardo nelle corse ippiche;  quasi 2 nel Bingo;  addirittura più di 29 con gli "apparecchi da intrattenimento" (immagino siano le "slot machines"); quasi 12 con le Videolotterie e oltre 7 con il Poker online.
Insomma un totale di quasi 75 miliardi di euro, in forte progressione rispetto ai 62 dell'anno precedente, i 54 del 2009, i 48 del 2008 e i 42 del 2007: ben 280 miliardi di euro in un solo quinquennio o, se si vuole, una media di 56 miliardi l’anno, arrivati però già due anni fa a 75 miliardi in un singolo anno. Come dire 1.250 euro a persona considerando anche i neonati e gli ultranovantenni, oppure una media di 3.000 euro per ognuna dei 24,5 milioni di famiglie italiane.
Bene: di questi 280 miliardi lordi solo 42 rappresenterebbero l’introito per lo Stato, così come rispetto ai 75 miliardi lordi del 2011 l’introito per lo Stato sarebbe stato di soli 9,3 miliardi (v. tabella).
 
Dal n. 48 di Sette, inserto del Corriere della Sera del 1° dicembre 2011
Certo ci dovrebbero poi essere le tasse che gli operatori del settore dovrebbero pagare sui loro guadagni ma se è vero quel che si è letto di recente sui giornali pare che lo Stato abbia qualche difficoltà a incassare queste somme: se non ho capito male si dovrebbe essere accumulato un credito di 90 miliardi in non so quanti anni.
Settantacinque miliardi spesi nel gioco meno i 9,3 miliardi incassati dallo Stato vuol dire che in un solo anno sono stati sacrificati al brivido da adrenalina più di 65 miliardi di euro e resta il fatto che proprio quelli che strillano di più per l’IMU, per l’Iva e le pensioni “d’oro” sono quelli che ogni mese sfidano la fortuna con centinaia di euro. E si perché se 1.250 euro l’anno a persona o 3.000 euro a famiglia equivalgono rispettivamente a 100 e a 250 euro al mese, è anche vero che questi dati, calcolati su tutti e 60 i milioni di italiani, sono come la classica “media di Trilussa” ma poi a tentare la fortuna al gioco sono soprattutto i ceti meno abbienti e i 100 o 250 euro al mese per loro si moltiplicano per due, per tre o per quattro, come nel caso mostrato l’altra sera a Report dell’anziano che con una pensione di 500 euro al mese ne spendeva tre quarti in sala giochi.
E’ ovvio che con i propri soldi ognuno è libero di fare ciò che vuole ma quando son finiti fa una certa differenza vedere come”sono stati spesi: ben diverso è il caso di chi non arriva a fine mese perché ha dovuto comprare scarpe, vestiti, cure mediche e libri di scuola ai figli da quello di chi non ci arriva perché s’è giocato lo stipendio al lotto e se sono veri i dati pubblicati non stiamo parlando di qualche centinaio di maniaci del gioco: 75 miliardi di euro in un anno sono 150 mila miliardi delle vecchie lire e a spenderli tutti ci vuole qualche milione di persone!!
La considerazione più triste è quella di vedere uno Stato che anziché investire nella scuola, nella ricerca e nel lavoro per dare una speranza e un futuro ai propri giovani s’è ridotto invece, senza neanche riuscirci vista l’evasione nel settore, a speculare sulle illusioni di chi spera di dare una svolta alla propria vita tentando la fortuna al gioco.
Sessantacinque miliardi l’anno al netto dei 9,3 incassati dallo Stato serviranno pure a tenere in piedi il settore del gioco (che non ho la minima idea di quanti lavoratori impieghi direttamente e tramite l’indotto) ma viene spontaneo pensare a quante tasse si potrebbero ridurre, quanti investimenti si potrebbero fare per scuola, sanità e lavoro, quante pensioni minime si potrebbero ritoccare con quei 65 miliardi l’anno e magari resterebbe anche qualcosa per iniziare a provare a ridurre gradualmente il debito pubblico.

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