di Achille Nobiloni
C'era
una volta il governo Berlusconi. Però le cose in Italia, tra spread,
manovre fiscali, lettere dall'Europa vere o false, ecc. non andavano
proprio benissimo.
Berlusconi fu sostituito con Monti (presidente tecnico fatto senatore a
vita pochi giorni prima: una furbata? Forse si e forse anche senza
forse) e subito si gridò allo scandalo: "colpo di Stato!", "trama ordita da
Napolitano per volere delle banche e dei
poteri forti", "presidente del Consiglio non eletto dal popolo" e via
dicendo.
Si arrivò così alle elezioni del 2013. Candidato PD il mitico
Bersani, il quale vinse le elezioni alla grande e fu incaricato dal
presidente della Repubblica di formare il nuovo governo ma, tra giaguari
da smacchiare, bambole da pettinare, tacchini sul tetto e altre amenità
di questo tipo, non riuscì a combinare un cacchio e dovette rimettere il
mandato nelle mani del presidente Napolitano.
A quel punto che fare? C'è
addirittura chi sostiene che si sarebbe dovuto tornare al voto a distanza di
soli due mesi, perchè così il presidente del Consiglio sarebbe stato
eletto dal popolo, ... come se avessimo soldi e tempo da buttare per votare
due o più volte l'anno finchè maggioranze e minoranze interne e
maggioranze e minoranze delle minoranze interne non fossero arrivate,
per approssimazioni successive, a mettersi d'accordo sul candidato ...
"eletto dal popolo" (mica dalle correnti e correntine di partito ...
nooo, "dal popolo"!!).
E invece quel golpista di Napolitano che ti fa?
Da l'incarico a Letta Jr. Altro "colpo di Stato", altra "ingerenza delle
banche e dei poteri forti" ... oltre che del bobbo, l'uomo nero e quelli della pubblicità (gli
stessi che hanno ucciso l'Uomo Ragno).
Nel frattempo in quel di Firenze
c'è un giovanetto (chissà, forse sfuggito alla furia di Erode) che
cresce, diventa grandicello e, sempre con la complicità del golpista Napolitano,
ruba la campanella a Letta Jr. e diventa presidente del Consiglio!
Dopo di allora tutto quello che in Italia da quarant'anni a questa parte funziona male o non funziona
proprio è colpa del giovane Renzi, che
per questo viene chiamato: "ebetino", "bomba", "pinocchio", "cazzaro" e via
dicendo.
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